archivio Orioles
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riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it>
tanto per abbaiare
1 marzo 2004 n. 220
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Giornale radio. Il governatore della Banca d'Italia si e' dimesso e ha
deciso di dedicarsi alla contemplazione religiosa in un convento del
viterbese. "All'improvviso mi sono reso conto che il denaro non e'
tutto nella vita. Specialmente quando ho cercato di rivendere i bond
Parmalat che un signore dall'aria simpatica mi aveva venduto al
mercatino a Forcella". Il ministro della Morale Pubblica Fini ha
invitato i colleghi di governo a passare dalla cocaina alla canapa
indiana: "Cosi' almeno non diamo troppo cattivo esempio ai giovani, e
fra l'altro s'incrementa l'agricoltura". Il capo dell'Opposizione di
S.M. Fassino s'e' sforzato per quasi due ore di dire qualcosa di
sinistra: non c'e', con suo rammarico, riuscito, "Ma per lo meno - ha
dichiarato orgoglioso - ci ho provato". Il presidente del Consiglio
Berlusconi ha deciso di abbandonare temporaneamente la carica per
partecipare invece al festival di Sanremo con la sua "Amami amore mio
amami tanto". In Consiglio lo sostituira' provvisoriamente il collega
Mariano Apicella. Calano i prezzi di arance, assicurazioni auto, Cd,
barbabietole, affitti, biglietti ferroviari e pomodori: da un sondaggio
Ue Milano risulta adesso la citta' meno cara d'Europa. Arrestato
dall'Fbi l'ex presidente degli Stati Uniti George Bush, per complicita'
nei bombardamenti chimici (su curdi e Iran) effettuati da Saddam
Hussein negli anni Ottanta. Arrestato dall'Fbi, nei ritagli di tempo,
anche il presidente attuale, George Bush, per una serie di intrallazzi
finanziari compiuti in connection fra la sua "Arbusto Inc" e alcuni
banchieri sauditi vicini alla famiglia Laden. I due si trovano adesso
nella base di Guantanamo in attesa di essere trasferiti rispettivamente
ad Alcatraz e Sing-Sing. Appello ai giovani di Karol Woytila: "Fate
l'amore, non fate la guerra", con distribuzione gratuita di
contraccettivi in piazza san Pietro. Un aumento del quarantacinque per
cento, su sollecitazione dalla Confindustria, e' stato approvato dal
governo per pensionati, metalmeccanici e tranvieri. Hanno finalmente
saldato i loro debiti, dopo anni di attese e di inutili trattative,
tutti i (non pochi) editori che debbono dei denari al vostro signor O.
Abbiamo trasmesso: oggi trenta febbraio, le notizie. Previsioni del
tempo: nebbia in Val Padana. Il santo del giorno: San Giammai.
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Cococo' e Cococa'. Il lavoro interinale e' una cosa bellissima, se fai
il cococo' sei un ragazzo felice, piantiamola di cercare il pelo
nell'uovo e basta con queste accuse assurde di "precarieta'". Non e'
Tremonti a dirlo e neppure D'Alema: e' proprio quel che penso io e
credo che nel giro d'un paio d'anni lo penserai anche tu. Qua nella
vecchia Europa facciamo ancora gli schizzinosi: in America invece hanno
superato da un pezzo lo stadio del lavoro temporaneo e stanno gia'
applicando su larga scala i "nuovi" contratti a tempo lungo: minimo tre
anni, ma puoi arrivare anche a venti.
L'unico particolare e' che, per ottenere un contratto del genere, devi
stare in galera. Gia', perche' il lavoro dei carcerati ("jail job") e'
il nuovo trend negli Stati Uniti: e' stato gia' adottato da dieci Stati
su cinquanta e, dove lo e' stato, va dando ottimi risultati. Il che e'
logico, tenuto conto che la popolazione carceraria globale in quel
Paese e' vicina ai due milioni d'individui e che, tolti i vecchi, le
donne, i white collars, i militari e i bambini, non si capisce dove le
aziende dovrebbero andare a cercare i lavoratori di cui hanno bisogno,
se non nei penitenziari. I quali ultimi, in buona parte gia'
privatizzati, costituiscono gia' di per se' un bel giro d'affari.
Qualche anno fa desto' sensazione (s'era all'inizio della new economy)
l'outsourcing spinto di parecchie multinazionali che cominciarono a
spostare non solo gli stabilimenti industriali ma anche gli uffici
amministrativi, i call-center ecc. in paesi in cui la manodopera anche
impiegatizia costava meno. La prima a spostare gli uffici prenotazione
a Delhi fu la Swissair (poi fallita); quanto ai call-center, a un certo
punto divento' uso abbastanza comune quello di trasferirli aumma aumma
in India, non senza pero' aver sottoposto le ragazze ad accurati corsi
di dizione (dovevano parlare non solo in inglese, ma anche con uno
specifico accento West Coast o New England, secondo i casi) e ordinar
loro di presentarsi ai tele-clienti con nomi anglosassoni e false
localita' di chiamata.
Adesso cominciano a spuntare i primi call-center fisicamente ubicati
non a Bangalore o a Delhi ma nel cuore dell'Oregon, dentro un
penitenziario statale. I clienti, naturalmente, non lo sanno (come non
sapevano che Nancy o Paulette in realta' chiamavano da Bangalore):
risponde una cortese voce da funzionario, da' le informazione
richieste, rimane educatamente in attesa, e quando non hai piu' niente
da chiedergli, prima di riattaccare, ti saluta. Rispetto ai call-center
normali (che gia' costano un quarto dei lavoratori di prima) il cococo'
carcerario costa un niente: Insides Oregon, societa' di lavoro "da
dentro", ai suoi dipendenti fattura a partire da 0,15 dollari l'ora; e
non c'e' sindacato.
Non c'e' il minimo dubbio che questa bellissima riforma prima o poi
sbarchera', come le rimanenti, anche in Italia. Verranno istituiti i
Cococa' (Contratti di Collaborazione Carceraria) rispetto ai quali i
vecchi Cococo' sembreranno dei privilegiati, con la fortuna di poter
essere in qualunque momento rispediti con un calcio nel sedere in mezzo
alla strada. Mentre i poveri Cococa', per riveder la strada, dovranno
aspettare il fine-contratto, cioe' il fine-pena.
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Chi controlla la Coca-Cola. La Pepsi avanza. Percio' salta il
megamanager della Coca-Cola, l'ormai non piu' vincente Douglas Daft.
Tanti anni fa - una ventina mi sembra, ma forse piu' - ci fu un
problema analogo fra Coca e Pepsi: allora la Coca-Cola era un'azienda
estremamente conservatrice, manager tutti wasp, che solo da poco aveva
cautamente unificato le proprie campagne pubblicitarie (prima erano
due, una per i bianchi e una per i neri). A un certo punto, al vertice
della societa' arrivo' un giovane - e ovviamente spietato - manager
quarantenne, senza cravatta, coi baffetti e addirittura di vaghe
origini latine. Costui, come insediato, prese in pugno la situazione e
affronto' subito la crisi.
Formo' un comitato tecnico con i migliori chimici americani per
analizzare scientificamente fino all'ultima bollicina della PepsiCola.
Chiamo' gli psicoanalisti piu' rinomati - anch'essi organizzati in
un'apposita task-force - per farsi spiegare con precisione che cosa
quei bastardi di giovani credessero di trovare nella Pepsi. Assoldo'
esperti di pubblicita' subliminale, pubblicitari incalliti, superguru
del marketing e quant'altro. Infine tutti questi esperti - pagati un
quintiliardo l'ora, dotati di tutte le tecnologie piu' evolute -
presentarono il rapporto finale: la concorrenza vinceva per questo,
questo e quest'altro. Per batterla bisognava fare un prodotto che
avesse queste, queste altre e queste altre ancora caratteristiche.
Detto, fatto. Il nostro supermegamanager immediatamente spedi' una
serie di ordini, e nel massimo segreto i tecnici della Coca-Cola
elaborarono una nuova formula efficientissima, con cui la Coca-Cola
acquisiva il numero di bollicine della Pepsi e una in piu', l'esatto
contenuto di zucchero ma ancor piu' calibrato, le esatte percentuali di
caramello, di glucosio, di anidride carbonica e di tutti quegli altri
ingredienti che non conosciamo (e che, tutto sommato, e' meglio per noi
non conoscere) e che danno il caratteristico gusto alle bevande del
tipo Cola. Alla fine, la nuova Coca fu pronta: naturalmente, non la
misero in vendita subito ma prima commissionarono un'apposito studio di
marketing con modelli psico-matematici dell'intera popolazione
americana, armarono una faraonica campagna di lancio - i cui
testimonial erano i Beatles, Napoleone, il Presidente Lincoln e, nella
fase finale, Dio in persona - e finalmente la gettarono sul mercato: la
Coca-Cola Dei Giovani, la Nuova Coca-Cola, la Coca-Cola Del Domani.
Tie'!
In un paesino del Tennessee, nell'unico bar locale, un tizio che non si
sa chi sia - lo chiameremo Jim Redneck, tanto per dargli un nome -
stappo' una bottiglietta di (new) CocaCola, rifiuto' - come faceva da
trent'anni - il bicchiere, se la porto' alla bocca e come da trent'anni
faceva se la mando' giu' a garganella. Dopo un minuto rutto' (anche
questo lo faceva da trent'anni) ma stavolta, dopo aver ruttato, invece
della consueta espressione di beatitudine che sempre lo pervadeva in
questi casi gli si disegno' sulla faccia un'espressione nuova e strana:
un'espressione sorpresa. Dopo un altro minuto Jim Redneck del
Mainstreet Bar di Bugsville Tenn. apri' disgustato la bocca e
pronuncio': "Bleah!".
Da quel momento in poi le sorti del nuovo prodotto, e quindi della
Coca-Cola e dunque ("Cio' che e' bene per la GM e' bene per gli Stati
Uniti", Robert McNamara, 1965) dell'intera Nazione, cambiarono
rapidamente. Su istigazione del vecchio Jim, i frequentatori del bar
fondarono un Good Old Coca Committee, un comitato per il ritorno alla
vecchia cocacola. Il comitato apri' la sede nel retrobottega del bar,
sotto i ritratti di Jeff Davis e Linda Lovelace; si estese al villaggio
vicino, e poi all'intera contea. Nel giro di un mese il Committee
copriva gia' l'intero Tennesse e cominciava a estendersi in Georgia e
in Alabama. La sede di Chicago fu aperta due mesi dopo. A ottobre era
su tutti i giornali. A dicembre il supermegamanager innovatore (di cui,
non a caso, non e' sopravvissuto il nome) riuni' il consiglio
d'amministrazione e, circondato su ogni parete da grafici delle vendite
puntanti al pavimento, guardato da dodici paia accusatorie di occhi
manageriali, davanti al sorriso viscido del manager candidato a
succedergli (che poi era il suo vicino di ranch e amico di barbecue),
tossicchio' un paio di volte, cerco' invano un minimo segno di pieta'
sui visi, attorno al tavolo, degli altri lupi e infine farfuglio'
umilmente: "Signori... ehm... visto com'e' andata la campagna... uhm...
io... ahem... mi dimetto".
Cosi' nacque e mori' la Nuova Coca-Cola, la Coca-Cola Rinata, quella
che avrebbe dovuto distruggere il Grande Nemico Pepsi e unificare il
pianeta sotto un solo Impero. Oggi sopravvive, per un mercato di
nicchia, col nome - se non andiamo errati - di DietCoke o qualcosa del
genere. Al Mainstreet Bar di Bugsville l'ormai vecchio Jim Redneck in
questo momento sta stappando la terza lattina della giornata e fra un
minuto esatto - se tutto va bene - ruttera' soddisfatto. Altrimenti,
saranno cazzi amari per il nuovo supermegamanager, per la Coca-Cola,
per il Governo degli Stati Uniti e, per come si sono ormai messe le
cose, per l'intero pianeta noi compresi. Perche' quella e' una
democrazia, amici miei.
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Beati i pacifici. Fassino: "Io sono pacifista ma voto per tenere i
soldati in guerra". Caruso: "Io sono pacifista ma prendo a ceffoni chi
non e' pacifista".
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Esprit militaire. "Armatevi e partite. Se viene il nemico mandatemi un
sms. Io sono a farmi il lifting o dal commercialista".
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Nuove tasse. Due - forse - rientreranno per l'opposizione suscitata
subito fra la gente. La prima, sui libri in prestito nelle biblioteche;
la seconda, sul raccordo anulare di Roma. Delle due, la tassa sui libri
e' la piu' bella e significativa: il libro e' un lusso, leggere e' un
optional e se siete ignoranti tutto sommato e' meglio: per votare i
miei slogan non serve una gran cultura. La seconda e' semplicemente la
riproposizione del vecchio balzello feudale su ponti, piste carrabili,
strade (quelle che c'erano) e mulattiere. Vuoi passare di qua? E' un
privilegio, un soldo e il signore benignamente te lo concede. Nell'uno
e nell'altro caso, miracolosamente, qualcuno ha sgamato quel che
bolliva in pentola, i giornali si son riempiti di lettere di protesta
(piu' lettere che inchieste: i lettori ormai cominciano a essere piu'
attenti dei giornalisti), e per stavolta gli e' andata buca. Occhio
alle prossime, che non mancheranno.
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Il Dibattito. Salvo Ando', l'ex braccio destro di Craxi per la Sicilia
(e i servizi segreti, e un po' di altre cose), e' rientrato alla grande
nel giro Vip della sinistra perbene, che ormai fa a gara per averlo nei
suoi convegni. Gli ultimi: a Catania con Emanuele Macaluso (tema: la
storia del Pci); a Giarre con Antonio Pioletti (tema: il, come lo
chiamano fra di loro, "riformismo".
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Sanremo, Nevada. "I cantanti italiani? Cagasotto" secondo Tony Renis,
il simpatico cantante italo-americano scelto giustamente - in quanto
assolutamente rappresentativo del momento attuale - a presentare il
festival di Sanremo. Un giornale titola pericolosamente: "Renis spara
sui cantanti che boicottano Sanremo". Sparare? Ehi, amico, non fargli
venire certe idee, al Tony: quello e' amico di Joe Adonis e della
Famiglia Gambino.
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Capitalismo. La foto del Che col basco e' bellissima soprattutto
perche' il fotografo, che avrebbe potuto farci i miliardi, preferi'
restar povero e non ne chiese niente. Bravo il fotografo - Korda -
bravo il Che e brava Cuba. Adesso pero' quella stessa foto rischia di
far chiudere nientemeno che Reporters sans frontieres, uno dei
pochissimi soggetti onesti, e di sinistra, dell'informazione
internazionale. Perche'? Rsf aveva messo la famosa foto su un manifesto
che denunciava, stavolta, la repressione dei giornalisti proprio a
Cuba. Gli eredi del fotografo (che non c'entrano niente ne' col Che ne'
con la foto, ma che capitalisticamente ne detengono i diritti) hanno
fatto causa a Reporters sans frontieres e vogliono un miliardo di euri
da loro. Se vincono la causa, addio Rsf e addio denunce dei bavagli ai
giornalisti in piu' di cento paesi. La causa, probabilmente, e' stata
sollecitata dall'ormai rimbambito Fidel Castro. Fortunato il Che, ad
essere morto per i compagni quand'era ancora un compagno.
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Nuovi poveri. Non e' che Bush si sia poi fatto tutti 'sti gran soldi,
con 'sto mestiere. Nella classifica dei politici piu' ricchi del mondo,
quella fatta ogni anno da Forbes, il povero George W. figura a stento,
con appena quindici milioni di dollari. Il nostro signor B. lo
surclassa, con dieci miliardi di dollari tondi tondi: da mangiarsi una
Parmalat tutta intera, e ancora gli avanzerebbero gli spiccioli per la
mancia. Sarebbe piu' giusto che lo mettessero a governare gli Stati
Uniti ("Forza America") mentre Bush si' e no potrebbe governare la
regione Abruzzo. Per giustizia, tuttavia, dobbiamo ammettere che il
politico piu' ricco del mondo non e' il Nostro ma lo sceicco Zayed Bin
Sultan Al Nahyan, che di miliardi di dollari ne ha venti. Per fortuna
lo sceicco non ha mai sentito parlare dell'Italia, senno' per lui
sarebbe un gioco da ragazzi comprarsi Roma, fondarci un Forza-Qualcosa
e diventare dunque Presidente del Consiglio, Capo delle Tv, Presidente
del Milan e un sacco di altre cose. Fra gli altri politici se la
passano benino Jacques Chirac, Tony Blair, la regina Elisabetta, un
certo signor Mohammed Bin Rashid che non ho il piacere di conoscere, un
tale Junichiro Koizumi che non so chi sia ma dev'essere l'inventore del
Tamagochi e, con i suoi centocinquanta milioncini di dollari, un certo
Fidel Castro. Assenti tutti gli altri politici italiani, per la maggior
parte assistiti dalla Caritas. Assente pure Saddam Hussein, che l'anno
scorso in classifica c'era ma poi ha avuto certi problemi con alcuni
suoi soci in affari.
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Cina. Altri quaranta minatori intrappolati o uccisi da un'esplosione in
miniera, verificatasi nel distretto dello Heilongjiang e causata anche
stavolta da insufficienti misure di sicurezza. Circa ottomila minatori
sono morti l'anno scorso in incidenti (o meglio omicidi) simili in
Cina.
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Verginita'. "I preservativi non sono sempre sicuri e le persone sposate
hanno piu' denaro, una vita piu' lunga e rapporti sessuali migliori".
La frase compare sul verso del tesserino plastificato distribuito da
Abstinence Clearinghouse, un movimento che riunisce vari gruppi
integralisti (finanziati anche dal governo: l'anno scorso il contributo
stanziato era di 135 milioni di dollari) in America con lo scopo di
diffondere fra i giovani l'idea dell'astinenza sessuale
prematrimoniale.
Sul recto compaiono invece foto, firma e nome della ragazza (o del
ragazzo) titolare del tesserino, che s'impegna a osservare fino alla
data del matrimonio i principi del movimento. Un certificato di
verginita', insomma. L'idea dovrebbe piacere molto dalle parti dei
talebani, e forse se al posto delle bombe avessero buttato giu' pacchi
di questa roba oggi gli Stati Uniti in Afganistan sarebbero molto piu'
popolari.
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Cuore. Ieri intanto e' venuto a trovarmi a casa S., quello basso e
magro, col viso sorridente e gli occhi piccoli e furbi, che par che
frughino per tutto. E' un bell'originale. Egli conta sempre i soldi che
ha in tasca, conta sulle dita lesto lesto, e fa qualunque
moltiplicazione senza tavola pitagorica. E rammucchia, ha gia' un
libretto della cassa di risparmio. In iscuola traffica sempre, fa ogni
giorno vendite d'oggetti, lotterie, baratti; gioca ai pennini e non
perde mai; ha un quadernino dove nota i suoi affari, tutto pieno di
somme e di sottrazioni. A me piace, mi diverte. Dice che appena finite
le scuole mettera' su un commercio nuovo che ha inventato lui e si
chiama "televisione". Mio padre, fingendo di legger la gazzetta, lo
stava a sentire, e si divertiva. Egli ha sempre le tasche gonfie delle
sue piccole mercanzie, e par continuamente sopra pensiero e
affaccendato, come un negoziante. I compagni gli danno dell'avaraccio,
dell'usuraio. Io non so. Coretti, il figliuolo del rivenditore di
legna, dice ch'egli non darebbe i suoi soldi neanche per salvar la vita
a sua madre. Mio padre non lo crede. - Aspetta ancora a giudicarlo, -
m'ha detto; - egli ha quella passione; ma ha cuore.
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In treno. L'odioso ragazzino con l'odioso cappelluccio da baseball gli
odiosi capelli rapati e il telefonino che' pero' - guarda, guarda - sta
leggendo il Visconte dimezzato. Uhm.
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Offerta di lavoro. "Agenzia di comunicazione a livello nazionale cerca
talentuoso account jr".
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Parole. Malinconia (sonata au-clair-de-lune, Guidogozzano, Ennio
Flaiano, Leopardi), spleen (Baudelaire, Lord Byron che va a morire in
Grecia), cafard (ah! quel bistrot!), saudade (complicatissimo: un mal
d'Africa che alla fine produce rivoluzioni a Lisbona). Tutto questo,
tecnicamente, oggi e' diventato "depressione", con relative pillole.
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Parole perdute. "Ragionevole".
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Incipit - di non so che cosa. Adriano Sofri, che era il mio comandante
quando ero in Lotta Continua insieme a Peppino Impastato e a Mauro
Rostagno...
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Cronaca. Parma. Multata per eccesso di velocita' una donna che dopo
aver caricato sull'auto un cane ferito lo stava portando a tutta
velocita' al pronto soccorso. Il ricorso della donna (che ha perso due
punti sulla patente) e' stato respinto perche' "non si puo' applicare
lo stato di necessita' per un animale".
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Spot. Compie tre anni Redattore Sociale, l'unica agenzia giornalistica
italiana che si occupa degli italiani non-Vip e della vita che fanno.
Completamente rinnovato, per l'occasione, il sito.
Bookmark: http://www.redattoresociale.it
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Spot. E' nata RadioQanat: trasmette da Palermo ma la prendi
sull'internet (streaming). Prova un po'.
Info: killerina@inventati.org
Bookmark: http://papuasia.org/qanat.mp3
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Spot. Catania, 1 marzo ore 19 presso Citta' Insieme (via Siena 1),
convegno su "Emergenza Giustizia e attese dei cittadini". Intervengono:
Enzo Guarnera, Nello Neri, Giambattista Scida'. Organizza: Siciliani
per la Legalita'.
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Stefano wrote:
< Consigli per ecologisti non disposti a fare troppi sacrifici, ovvero:
sette buoni motivi egoistici per dare una mano al pianeta.
1. Mangiare meno carne, giusto di domenica. Oltre a far male consuma un
sacco di energia per essere prodotta.
2. Andare a piedi, o parcheggiare lontano da casa. Sembra una
stupidata, ma poi ci si prende l'abitudine (ci si abitua a tutto,
diceva Falcone) e diventa bello. E poi c'e' la bicicletta..
3. Comprare roba che dura molto o roba usata ai mercatini. Effetto
molto ecologico sul conto in banca.
4. Comprare auto usate. Con un'auto nuova appena l'ammaccate un po'
avete gia' perso buona parte dei vostri soldi. "Ma cosi' e' sempre dal
meccanico"... Beh, meglio dare i soldi a un buon meccanico.
5. Auto a metano. Consuma un quarto dei soldi ed emette meno CO2 di
ogni altro combustibile. E il motore dura molto molto di piu'.
6. Usare il treno. Si arriva piu' riposati ed e' piu' sicuro.
7. Iscriversi al partito dei verdi in massa, e buttare fuori gli
attuali dirigenti. Costa poco e da' soddisfazione >
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Fabio wrote:
< Sono di sinistra proprio come tutti quei liceali francesi che sono
stati pronti a scendere in piazza contro l'estrema destra. Io non mi
riscontro nel pds e neanche in rifondazione comunista, pero' purtroppo
oggi abbiamo solo questi di sinistra e per cercare di combattere il
cavaliere berlusconi eletto dai siciliani a piena maggioranza (e questo
dovrebbe far pensare molto), bisogna votare coloro che si oppongono
anche se solo di facciata vedi d'alema, fassino rutelli e bertinotti.
Vorrei anche ricordare a tutti i lombardi berlusconiani e bossiani e
antimeridionali che il berlusca governa grazie al meridione e alla
sicilia che l'ha votato in maggioranza assoluta. Il sottoscritto e'
stufo di guardare telegionali tutti uguali, di posti liberi come la
Catena ve ne sono pochi e quei pochi per far leggere o esprimere il
proprio pensiero, si' anche di parte ma forte libero e democratico,
vengono messi a tacere perche' scomodi. Chi scrive e' un siciliano
antiberlusconiano convinto, sono tra i pochi che nella mia amata
sicilia non lo ha votato.>
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marcochiletti@libero.it wrote:
< Perche' l'informazione, indispensabile cibo per la mia mente,
dovrebbe sfuggire alla medesima legge del mercato cui sono sottoposti
gli alimenti che io produco ed il cui nome e' stato usurpato da
ignobili surrogati industriali? >
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Paolo wrote:
< Gentile signor O., dal mio punto di osservazione un po' defilato -
vivo e lavoro in Francia da anni - mi sembra che essenzialmente
l'attuale situazione italiana si possa ricondurre a due fatti
fondamentali:
1) per una serie di ragioni (soprattutto di ordine storico, a mio
parere), l'Italia presenta una percentuale insolitamente alta di
"cittadini amorali"; un sondaggio di Repubblica ne forniva una
percentuale compresa, se ben ricordo, tra il 20 e il 30 per cento;
2) il sistema democratico - in tutti i paesi: vedi Usa - diventa
instabile, deviante e pericoloso quando la percentuale di cittadini
amorali sale sopra una certa soglia: nel medio termine questa
condizione (scuole scadenti, media in mano a giornalisti privi di
deontologia, politici che danno esempi negativi) si traduce in
governanti la cui soglia di amoralita' e' a sua volta molto alta. In
questo senso Berlusconi e' davvero un rappresentante legittimo degli
italiani: uno specchio, del tutto fedele, della loro amoralita'.
Io vedo per il nostro paese un futuro essenzialmente marginale, in cui
le nostre province saranno ormai deindustrializzate come il resto
dell'Europa ma, a differenza di esso, completamente spoglie di ogni
presidio nel dominio fondamentale della ricerca scientifica e
tecnologica. Un campo di villeggiatura per i grandi paesi europei del
nord, dove verranno prese le decisioni. Anche la mia evoluzione
personale mi spinge al pessimismo: avendo avuto per fortuna ottimi
insegnanti ho sempre amato molto il nostro Stato, la nostra
Costituzione e le idee che rappresenta; quando sono partito dall'Italia
davo per scontato il fatto che dopo qualche tempo ci sarei tornato; ora
invece comincio ad apprezzare il fatto di vivere qui in Francia, in un
paese dove c'e' ancora qualcuno capace di indignarsi per i valori
fondamentali della buona educazione, della buona politica e della buona
democrazia. Insomma, Lei che ne dice? La ringrazio se mi rispondera',
tenga duro >
* * *
Condivido in generale la Sua analisi. Io pero' non parlerei senz'altro
di comportamento amorale; direi piuttosto che, per ragioni storiche,
gli italiani hanno radici etiche molto piu' familiari che cittadine.
Questo rende molto difficile imporre comportamenti collettivi in
circostanze normali. In circostanze eccezionali, in cui la stessa
sopravvivenza del nucleo familiare e' minacciata, gli italiani riescono
invece a sviluppare dei valori collettivi insolitamente alti. Penso
alla Resistenza o, in forma piu' parziale, all'antimafia in alcune
citta' della Sicilia. In piu', in Italia e' arrivata tardi, ed e'
rimasta esile molto a lungo, la borghesia, in particolare quella
fondata sulle professioni e sul servizio di Stato. In Francia il
pubblico funzionario esiste da trecento anni. In Italia, da meno di
cento. Il servizio pubblico distinto dal notabilato da noi e'
un'aquisizione culturale molto recente.
"Arrangiarsi", in questo quadro, significa cercar di ridurre le
conseguenze negative per il proprio nucleo familiare della riconosciuta
instabilita' del sistema. Non e' necessariamente un comportamento
ostile alla comunita': semplicemente, non riconosce l'esistenza della
comunita' oltre un certo livello. E' dunque un'ideologia prepolitica:
io tendo a considerare Berlusconi - in questo, concordando pienamente
con Lei - non come un esponente di destra, ma come un prodotto di
quella fuga dalla politica e dal collettivo che e' profondamente
radicata nella cultura italiana. Il guaio non e' tanto Berlusconi -
penso spesso - quanto il berluschino che sta dentro ciascuno di noi.
Naturalmente questo fenomeno, come ogni altro altro, non durera' in
eterno. Ogni male ha un decorso, e anche l'"amoralismo" italiano e'
destinato prima o poi a scomparire. Purtroppo, non credo che cio'
avverra' nel corso della mia vita: Le auguro che avvenga nel corso
della Sua.
Sotto altri aspetti, la mentalita' italiana e' bella e umana, e forse
per le stesse radici. Non so: mi piacerebbe un'Italia ordinata, non mi
piacerebbe un'Italia svizzera; l'ideale sarebbe un'Italia che riuscisse
finalmente a diventare civile restando umana. Ma temo che la tendenza
non sia questa.
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Umberto B. <arian@padan.de> wrote (nel '95):
< Questo partito e' messo in piedi da una banda di persone che lo
controllano nascosti dietro paraventi, non rispettano le regole della
Costituzione, chiamano golpista il Presidente della Repubblica,
svuotano di potere il Parlamento e vogliono fare un esecutivo senza
nessun controllo superiore. Inoltre usano le televisioni, che sono
strumenti politici messi insieme da Berlusconi quando era nella P2,
secondo il progetto di Gelli >.
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Hermann Goering <bigpig@demon.inf> wrote:
< ...Perche' naturalmente la gente non vuole la guerra. Ma d'altronde
sono i capi del paese che decidono la politica e c'e' un modo semplice
di trascinare la nazione, sia che si tratti di una democrazia, o di una
dittatura fascista o parlamentare o di una dittatura comunista... La
gente puo' essere sempre portata sotto il comando dei capi. Ed e'
facile. Tutto quello che devi fare e' dirgli che siamo stati attaccati
e denunciare i pacifisti di mancanza di patriottismo e di esporre il
paese al pericolo >
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C.B. <spleen@ideal.fr> wrote:
< Spesso, cosi' per noia, la gente d'equipaggio
fa prigioniero un albatro, grande uccello dei mari
che va dietro, indolente compagno di viaggio,
alla nave che scivola sopra i vortici amari.
Ma appena l'hanno preso e posto a terra, anche
questo re dell'azzurro, adesso lento e stanco,
lascia penosamente quelle grandi ali bianche
come dei remi inutili penzolargli dal fianco.
Quel viaggiatore alato, com'e' laido qua a riva!
Lui, prima cosi' bello, com'e' goffo e banale!
Uno gli forza il becco e c'infila una pipa,
Un altro sghignazzando fa il verso al suo ansimare.
All'albatro somiglia che sfreccia fra gli spazi
chi sfida la tempesta creando poesia.
Esiliato giu' in terra fra le beffe e gli strazi
le ali troppo grandi gl'impacciano la via. >
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