archivio Orioles
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riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it>
La Catena di San Libero
18 maggio 2004 n. 231
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"Ma poi tutta 'sta gente dove la portano i tedeschi, signor tenente?".
"Non e' affar nostro. Se lo vedono loro".
Questa conversazione era abbastanza frequente, nell'esercito italiano
di sessant'anni fa. Non era una conversazione conclusiva. A volte il
signor tenente precisava: "Noi eseguiamo gli ordini e basta. Ne vuoi
sapere di piu' di Mussolini?". A volte, dopo un momento di silenzio,
continuava: "Nel mio plotone, comunque, prigionieri ai tedeschi non se
ne danno". Io credo che gli ufficiali del secondo tipo fossero di gran
lunga i piu' numerosi. Non si spiegherebbe altrimenti come mai tanti
militari italiani, dopo l'otto settembre, non siano passati coi
tedeschi ma siano invece andati in montagna. Ma e' una storia minore,
di quelle che raccontavano i vecchi e che finiranno sotterra con le
loro ossa.
* * *
"Non e' affar nostro. Noi li consegnavamo a chi di dovere". Si', ma
"chi di dovere" torturava. E non tutti i "signor tenente" hanno
risposto "affari loro". Molti - noi crediamo la maggior parte - hanno
risposto "arrangiandosi" per non consegnare i prigionieri o per
proteggerli in qualche modo, di nascosto dall'alleato. Anche questa e'
una storia minore, di quelle che si raccontano nelle case. E vengono a
galla poco e male, nelle parole di una vedova o nelle riprese - mai
trasmesse - di un cameraman coraggioso. Poi i generali e i gerarchi
fanno il mestiere loro: la vedova era "scossa", "meglio lasciarla in
pace". "Il governo non sapeva niente, non potevamo mai immaginare".
"L'indefettibile asse con l'alleato". "Con sprezzo del pericolo, al
grido di viva il duce e viva il re". Ma dentro le case, i reduci
raccontano la verita'.
* * *
L'"indignazione" di Fini. Le domandine di Vespa. I giornalisti e i
gerarchi. Non occorre una camicia nera per essere fascisti: basta un
sorriso elegante, di sprezzo comprensivo, per una povera donna che
s'ostina a raccontare. Non dev'essere stato difficile intimidirla: ha
dei figli. Qualche telefonata sara' bastata. L'Italia pero' non
dimentica - non ha dimenticato allora, figuriamoci adesso.
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Noi crediamo. < Noi crediamo alla vedova di Massimiliano Bruno. I
Carabinieri dell'Unione Nazionale Arma Carabinieri sono in perfetta
sintonia con le affermazioni della vedova del collega Massimiliano
Bruno. Anche presso la Call Center dell'Unac, attivata dopo la strage
di Nassirya, giungevano notizie da militari in Iraq o rientrati in
Italia, di vero caos circa maltrattamenti o "particolari" trattamenti
nei confronti delle persone arrestate che venivano consegnate agli
Inglesi ed alla polizia Irakena e rinchiusi in quelle Galere. Invitiamo
tutti i Colleghi, rientrati in Patria, che sappiamo conoscono la
verita', a parlare , ed a non lasciare sola la vedova Bruno, oggi
abbandonata dallo Stato, ed offesa nel suo dolore, da chi nega di
conoscere. L'unico modo per onorare i colleghi caduti, e' quella di
raccontare la pura e vera realta' conosciuta in Iraq, in tutti i sensi,
sapendo che solo la buona sorte ha permesso a molti di riabbracciare i
propri cari, cio' che purtroppo ad altri, che sappiamo mandati allo
sbaraglio, non e' stato possibile. Firmato il segretario dell'Unac,
Maresciallo Antonio Savino >
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Due eroi civili. Gia' nell'agosto 2003 gli ufficiali dell'esercito
italiano avevano accesso alle carceri di Nassiriya, conoscevano
quell'inferno e si prodigavano per rendere piu' umana la detenzione dei
prigionieri. Le immagini che lo confermano sono state raccolte dal
produttore indipendente Stefano Rolla, l'eroe civile ucciso a Nassiriya
insieme ai carabinieri e ai soldati del 12 novembre. Tra gli
accompagnatori in Iraq di Stefano Rolla vi era anche il
maresciallo-biologo del Ris, Massimiliano Bruno, anch'egli caduto a
Nassiriya. Il filmato di 33 minuti (regista Massimo Spano) fu
acquistato da Rai2 e molto parzialmente utilizzato da Excalibur di
Socci.
Il maresciallo Bruno viene inquadrato distintamente da Rolla al termine
di un sopralluogo nell'Antica Babilonia ed appare in altre immagini
filmate da Rolla ma non montate dai collaboratori di Spano. Nelle
immagini successive Rolla riprende invece un ufficiale in mimetica
dell'esercito italiano a colloquio con un gruppo di detenuti reclusi
dentro una gabbia stipata. Accanto all'ufficiale italiano vi e' un
iracheno con la divisa della polizia locale e i gradi di capitano sulle
spalline. Il militare italiano parla in inglese, tenta di incoraggiare
i detenuti e si appresta ad una mediazione con le autorita' locali.
Le immagini di Rolla testimoniano che Massimiliano Bruno poteva essere
a conoscenza di quelle condizioni inumane cosi' ben descritte nelle
interviste concesse dalla vedova Bruno e dal suo comandante, il
colonnello Burgio. L'associazione articolo 21 ha potuto vedere per
intero il filmato. Ne traspare non solo la consapevolezza di operare in
uno scenario di guerra dove i diritti umani sono limitati da fatti,
circostanze e usi locali, ma soprattutto l'impegno umanitario dei
nostri militari, incluso il maresciallo Bruno e i suoi ufficiali,
affinche' la polizia locale assumesse atteggiamenti "occidentali" nei
confronti dei prigionieri iracheni.
Nessuno ne aveva mai dubitato. Ma, visto che i marescialli sapevano, i
capitani sapevano, i colonnelli sapevano e persino il generale
Spagnuolo sapeva, dove si e' interrotta la catena di comando e
controllo? Come mai il governo non sapeva? Il documentario di Rolla nei
titoli di coda ringrazia per il contributo i ministeri della Difesa e
degli Affari Esteri. Ma Martino e Frattini l'hanno mai visto?
(pino finocchiaro)
Bookmark: http://www.articolo21.com
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Rivincite. Bush figlio, intervistato dal Washington Times, s'e'
lasciato scappare: "Non tagliero' la corda dall'Iraq. Non faro' come
mio padre". Bush padre, in guerra, era stato pilota d'aerei al fronte.
Bush figlio, imboscato. Chissa' quante volte, senza dirglielo, suo
padre gliel'ha rinfacciato.
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"Continueremo ad operare a Abu Ghraib", fa il nuovo comandante,
gen. Miller. Fino a un mese fa comandava Guandanamo.
* * *
Appartenevano alla 372ma compagnia della Polizia militare ed erano per
lo piu' riservisti. I tedeschi studiati in "I volenterosi carnefici di
Hitler" erano pure dei riservisti e appartenevano a un battaglione
della polizia militare il cui numero non mi riesce di ricordare.
* * *
Alcuni ufficiali delle "forze di coalizione" (Red Cross Report On Irak,
punto 7) dichiarano che il 70-90 per cento dei prigionieri e' stato
arrestato per errore.
* * *
La foto col prigioniero nudo e il cane e' anticipata con estrema
precisione da Elio Vittorini ("Uomini e no", 1944). La' il cane si
chiama Guthrun, il prigioniero nudo e' un giovane milanese e
l'ufficiale e' tedesco.
* * *
La Svizzera, depositaria della Convenzione di Ginevra, ha convocato gli
ambasciatori di Stati Uniti e Gran Bretagna in merito agli abusi
commessi ai danni di prigionieri. Il ministro degli esteri elvetico,
Micheline Calmy-Rey, ha chiesto che le violazioni alle Convenzioni di
Ginevra non restino impunite. Il ministro degli esteri italiano invece
non ha convocato nessuno.
* * *
Il manuale ufficiale della tortura, pubblicato dai giornali.
* * *
I senatori (gente per lo piu' anziana e stata in guerra) non ressero
alla vista delle foto. "Non possiamo renderle pubbliche", "disgustose",
"ma come sono avvenute da noi?", "molto peggiori di quelle pubblicate",
"peggio di qualsiasi cosa abbia mai visto" (senatori Warner, Feinstein,
Nelson, Wyden, Frist).
* * *
Ragazzi ammazzati in un carcere, ragazzi decapitati con un coltello in
diretta tv.
* * *
E tutto questo da noi su Terra, nell'anno di salvazione duemila e
quattro.
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Titoli. "La Brianza diventa provincia. Una vittoria della Lega" (La
Padania)
"Vittoria di Sonia Gandhi in India. Settecento milioni di elettori
nella piu' grande democrazia" (tutti gli altri giornali).
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Film. Cinque anni per mafia a un ex ministro, Mannino. "Controlliamo
meta' dei voti - dicono due mafiosi intercettati - del viceministro
dell'interno". "Lui e don Matteo - precisa uno dei due - come fratri
sono". Svista del ministero di giustizia: settantadue mafiosi, fra cui
gli assassini di Borsellino, fuori dal carcere duro. Legge
straordinaria del governo per riportare ai vertici della magistratura
il nemico di Falcone, Carnevale. A casa ai domiciliari il "pentito"
Brusca (sciolse un pentito nell'acido) per ordine della Cassazione.
Diciassette miliardi di soldi "di provenienza sconosciuta" entrarono in
Fininvest nel '78 e il pm sospetta che sia stato riciclaggio. Sciopero
di tutti i magistrati contro le leggi antimagistrati del governo. Non
ho capito bene se tutto cio' e' un telegiornale o semplicemente la
quindicesima puntata della Piovra.
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Bianco/nero. Milazzo, Sicilia, un circolo di cultura fine anni
sessanta. Dibattito sul divorzio tra un vecchio avvocato di
un'associazione per la difesa della famiglia e un ancora poco
conosciuto Pannella. In paese sembrava che i Borboni non se fossero mai
andati, al referendum monarchia-repubblica, naturalmente, avevano vinto
i monarchici. Alle elezioni erano i preti a dirti per chi votare e la
democrazia cristiana aveva la maggioranza assoluta. Eppure fu un
trionfo per lo sconosciuto "continentale": distrusse, tra gli applausi
appassionati di noi laici e anche dei non schierati, il vecchio
bigotto, tanto che a un certo punto il prete presente gli strappo' il
microfono di mano. Uscimmo dalla sala eccitatissimi, rievocando i vari
passaggi, come dopo un film o una partita, sicuri che ormai preti e
democristiani, a Milazzo e in Italia, fossero alla frutta. E invece
dovemmo aspettare ancora cinque o sei anni.
Dodici Maggio del settantaquattro, ancora non c'erano gli exit-poll. Si
comincio' a capire verso sera che i No avevano vinto. Stavo gia' a Roma
e con alcuni compagni andammo in centro: era come ai Mondiali del '70,
quelli di italiagermaniaquattroatre, ma al posto dei tricolori c'erano
le bandiere rosse. Fiumi di gente a Porta Pia e dappertutto, a via del
Tritone davanti al Messaggero di Perrone ed anche a Botteghe Oscure
(che non ci aveva creduto molto). Era diverso dai cortei del
sessantotto, allegri ma duri. Era una festa, si respirava aria di
liberazione e, finalmente, mi ritrovavo anch'io in quelle situazioni
viste tante volte al cinema o in televisione: aprile '45, la folla che
esulta per l'arrivo degli americani (quelli buoni) e dei partigiani.
Proprio come in un film. E non fini' quella notte. La festa si ripete'
alle elezioni regionali dell'anno dopo e alle politiche del '76.
Ricordo la copertina di Time con Berlinguer. Poi, pero', sul piu'
bello, puntuali arrivarono gli anni di piombo, poi gli ottanta, Craxi
e... vabbe' il resto lo sai. (g.m.)
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Elezioni. Io mi ricordo del campo nomadi di Milano in fondo a via
Cambini, una volta ci ho portato i lupetti del mio gruppo scout per
regalare agli immigrati il cibo che era avanzato dal nostro campeggio
estivo. Poi sono passate le ruspe e quegli immigrati sono andati via.
Le aveva chiamate il sindaco di Milano, il leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di Jonathan, un bambino peruviano che era entrato nel
nostro gruppo scout, e che abitava a pochi metri da quel campo nomadi
nelle case di ringhiera di via Clitumno. In quelle case, oltre alla
famiglia di Jonathan, vivevano tanti altri immigrati del Peru'. Un
giorno Jonathan non e' piu' venuto alle riunioni degli scout, e abbiamo
scoperto che in quelle case c'era stata una retata. Lui e altri bambini
del palazzo erano stati portati in questura e sottratti ai loro
genitori, trascorrendo una notte di terrore senza sapere cosa era
successo ai loro cari. Jonathan frequentava regolarmente la scuola
elementare del parco Trotter in via Padova, ma da quella notte non ne
abbiamo saputo piu' nulla. Quell'anno il sindaco di Milano era il
leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di un uomo che ha basato la sua campagna elettorale sullo
sgombero del centro sociale Leoncavallo, ingannando Milano con la paura
dei "diversi" per vincere le elezioni contro un candidato sindaco
onesto. Quell'uomo era il leghista Marco Formentini, e il suo
avversario onesto si chiamava Nando Dalla Chiesa, figlio di un
Carabiniere ucciso dalla mafia e fondatore del movimento chiamato
"Societa' Civile", basato su una regola ferrea: i politici di
professione non erano ammessi.
Stanotte camminavo per le vie della citta' che mi ha adottato, e
guardando un manifesto ho scoperto che l'Ulivo mi chiede di dare il mio
voto all'ex-leghista Marco Formentini, per mandarlo al Parlamento
Europeo a decidere anche di immigrazione. Ho guardato a lungo quel
manifesto, e sono rimasto imbambolato per molti minuti di fronte al
sorriso di quella foto, mentre dentro di me la rabbia e il terrore
danzavano un tragico valzer.
Ho ripensato a Jonathan, e alla dignita' con cui ripiegava ogni mattina
i vestiti che gli avevamo dato per partecipare all'unico campeggio
scout della sua vita, e di fronte all'antitesi della dignita' che
mostrava il suo ghigno da un manifesto elettorale ho pensato dentro di
me "stai tranquillo, Jonathan. Ovunque tu sia, sappi che io mi
ricordo".
(gubi)
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Muri di Roma. "Roma bizantina".
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Piccoli ma europei. Bando di gara del piccolo Comune di Ladispoli
(Roma) per il servizio di gestione di tesoreria comunale. Il bando
favorisce formalmente gli istituti bancari non coinvolti nel
finanziamento di commercio di armi. Una piccola buona notizia civile.
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Regie Poste. Accordo delle Poste Italiane con Banca Mediolanum, per
vendere i servizi finanziari di quest'ultima nelle 14mila sedi delle
Poste Italiane. Quattordicimila filiali in piu', tutto d'un colpo: ma
di chi e' questa fortunata Mediolanum? Risposta: di Ennio Doris e
Silvio Berlusconi. E perche' le Poste hanno rifiutato analoghe intese
con altre banche come la Banca Etica e la Deutche Bank? Risposta:
mistero. E ora succede questo, che mai succedera' quando privatizzeremo
le poste?
Risposta: non si sa, ma per si' e per no meglio stare in campana.
Sabato infatti Girandole, Italia Democratica e altri movimenti della
societa' civile hanno cominciato a fare un po' di volantinaggio davanti
agli uffici postali.
Info: legirandole@tiscali.it
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Imperi. Improvvisamente al posto della regina Vittoria ci siamo
ritrovati un Gi Dabbliu'.
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Fascisti. Alfredo Cucco, ultimo segretario del partito fascista,
proveniva da un paesino siciliano, Castelbuono, che ebbe negli anni
Trenta l'indesiderato onore di varie e non preannunciate visite del
"prefetto di ferro", il famoso Mori. Costui, mandato da Mussolini in
Sicilia con l'ordine tassativo di "estirpare la maffia", aveva messo su
un'eccellente rete di spie nelle province: ogni volta che aveva
raccolto abbastanza nomi circondava il paesino incriminato con un
doppio cordone di guardie a cavallo, lo occupava militarmente e
procedeva a rastrellare tutti i "maffiosi", tutti i sospetti o
possibili tali, e per buona misura le rispettive famiglie. Lunghe
corvees di ammanettati lasciavano al tramonto il paese, mentre sulla
piazza principale il prefetto a cavallo intimava ai superstiti il
giuramento di fedelta' al re e al duce.
Le isole si riempivano di picciotti, e la scrivania prefettizia di
encomi ministeriali. La sua carriera fini' quando si mise in mente di
perseguire anche l'alta mafia, quella che oggi chiameremmo "terzo
livello". Dopo i primi due o tre notabili proposti per il confino, dal
ministero non arrivarono piu' encomi ma richieste di chiarimenti. I
"camerati di Sicilia", allora come oggi, contavano dentro al Partito
piu' dei prefetti. Infine fu richiamato a Roma, lodato, giubilato, e
assegnato a un incarico onorifico ma indifferente. Scrisse le sue
memorie, mentre la mafia palermitana, digeritolo, si preparava
serenamente a passare dalla protezione del fascismo a quella degli
americani.
Il prefetto, prima che i camerati palermitani si rivolgessero a
Mussolini, era riuscito tuttavia a ottenere la "sospensione dal fascio
per motivi d'indegnita' morale" d'un paio di gerarchi-notabili
palermitani. Poca roba, d'accordo, e solo per i casi piu'
manifestamente gravi; e anche qui, d'altra parte, solo per qualche
mese, prima del trionfale reintegro e nel grado littorio e nel
notabilato. Fra questi, quel tale Alfredo Cucco, console della milizia
e gloria di Castelbuono: la cui carriera riprese rapidamente le ali,
fino a portarlo - come abbiamo visto - ai vertici del partito, in tempo
per le ultime persecuzioni di ebrei (in cui si distinse) e stragi di
partigiani.
Adesso, nell'anno 2004, il sindaco di Castelbuono prevede
d'intitolargli una piazza: Piazza Alfredo Cucco, uomo politico e
patriota. Di piazze ad aguzzini fascisti (come il co-assassino dei
Rosselli, Anfuso) la Sicilia contemporanea non e' avara; come di
pubbliche celebrazioni (memorabile quella a Di Cristina) in lode di
boss passati a miglior vita. Pero' e' la prima volta, se non erriamo,
che nello stesso individuo si glorifica insieme, con fiero orgoglio, e
il fascista e il mafioso. Io ne ho notizia da una lettera, inviata dai
compagni di quel paese e indirizzata "per conoscenza" ai componenti del
"centrosinistra delle Madonie". Dalla lettera non si evince se il
sindaco fascio-mafioso, che propone la piazza, sia di destra. Spero che
qualche lettore di Castelbuono voglia al piu' presto precisarmi che
trattasi di esponente di Forza Italia o dell'Udc o di An. Lo prego di
scrivermi in fretta, perche' non riesco a dormirci su la notte.
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Informazione 1. < Sono Antonio del Collectif Bellaciao di Parigi. Il
nostro sito e' censurato da stamattina dall'host amen.fr, senza la
comunicazione della ragione et senza risposte alle nostre
sollecitazioni. Lanciamo un appello: Perche' e' cosi' difficile e
costoso esprimersi in un paese democratico come la Francia, faro dei
diritti dell'Uomo? Cerchiamo da adesso un altro server e lanceremo
presto una sottoscrizione che ci permettera' di continuare la nostra
lotta per la liberta' di informazione. Ringraziamo i 450.000 visitatori
che sono passati dal nostro sito in due anni. A molto presto... we'll
be back! >
Bookmark: http://bellaciao.org
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Informazione 2. < Il modo migliore per raccogliere l'eredita' di
Peppino Impastato? Fare radio, durante la tre giorni che ne ha
ricordato la memoria, a Cinisi. Anche quest'anno Indymedia, con
Hacktung! (l'hacklab di Palermo) e FreakNet MediaLab di Catania, ha
allestito un media center per chiunque volesse raccontare, informare o
semplicemente navigare su internet. Partendo dall'esperienza di
RadioLina di Napoli (che trasmette in streaming e fm) e Radio Qanat
(radio internet di Palermo) e' nato il progetto "Radio QanatLina", che
ha trasmesso in streaming per tutta la durata del Forum Sociale
Antimafia di Cinisi, raccontando chi era Peppino Impastato e cos'e'
l'antimafia sociale. Il materiale e' stato ripreso in fm da alcune
radio del circuito di Radio Gap: Nova Radio a Firenze, RadioLina a
Napoli, Citta' 103 a Bologna, Onda Rossa di Roma, BlackOut a Torino.
Intanto i media "ufficiali" ignoravano del tutto l'evento. Quasi che la
storia di Peppino non meritasse attenzione. Un personaggio scomodo,
anche 26 anni dopo la sua morte. Ma la condivisione di conoscenze ed
esperienze di questi giorni in Sicilia potrebbe anche essere l'inizio
di qualcosa >
Bookmark: http://www.sicilia.indymedia.it
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Informazione 3. < Ho letto del nuovo decreto Urbani e mi hanno detto
che praticamente su tutto quello che compare sul web dovrebbe esserci
una nota scritta dell'autore. Secondo altri bisognerebbe mettere
un'informativa ("ai sensi della legge") sotto ogni pezzo. Ora, io che
faccio Solaria e che sul blog su cui metto l'archivio pubblico un
articolo al giorno come mi dovrei comportare? Non e' che per colpa di
questi deficienti rischio un megamultone? Ma che palle... >
Bookmark: http://www.parolestorte.it/solaria
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Informazione 4. Querelato dai magistrati di Catania Carlo Caponcello,
Ignazio Fonzo e Fabio Scavone per un articolo su
www.accadeinsicilia.net, il 10 maggio Carlo Ruta e' stato assolto dal
tribunale di Messina perche' il fatto non costituisce reato.
Bookmark: http://www.accadeinsicilia.net
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Pianeta. India, Sudafrica e Brasile, i tre stati-chiave (con la Cina)
del Terzo Mondo sono adesso tutt'e tre democratici e, ciascuno a suo
modo, "di sinistra". Ciascuno di essi e' lo stato egemone di un
continente (il Brasile in Sudamerica, il Sudafrica in Africa, l'India
nell'Asia meridionale). Ciascuno di essi ha caratteristiche uniche e
gigantesche: l'india ha una delle massime comunita' informatiche del
mondo; il Brasile e' uno dei 3-4 luoghi del pianeta piu' ricchi di
materie prime; il Sudafrica di Mandela, e' l'unico stato africano ad
aver ottenuto, nel lungo periodo, dei successi. Sono tutt'e tre in
crescita, piu' della media dei rispettivi continenti. Nessuno dei tre
e' fanatico, e nessuno fa parte dell'impero. Sono, dopo cinquant'anni,
i nuovi "non allineati": ma stavolta con un peso molto maggiore, e che
tende a diventare decisivo. Loro tre, piu' noi Europa: chissa',
insieme, dove mai potremmo - e probabilmente potremo - arrivare.
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Cronaca. Salerno. Rubata un'auto-civetta della polizia. Restituita dopo
una trattativa fra guardie e ladri. No comment del questore.
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Cronaca. Palermo. Fabbrica occupata a Carini: gli operai dell'Imesi -
centosessantuno operai, di proprieta' dell'Ansaldo-Brera - si erano
chiusi nello stabilimento per protestare contro la cassa integrazione,
il padrone li ha denunciati al giudice e il giudice ha decretato: hanno
ragione loro. Il gruppo Ansaldo - ha detto il magistrato - non ha piu'
"la titolarita' dell'area", che nel frattempo e' stata comprata e
venduta; se ne parli col nuovo possessore, il gruppo Keller; nel
frattempo, niente sgombero e niente manganelli. Gli operai, per si' e
per no, restano in piazza e dentro; "una delegazione - dice il tiggi'
regionale - e' stata ricevuta dal prefetto".
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Scritte sui muri. "Oggi mi alzo, e sciopero" (Bologna, via
dell'Inferno).
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Appuntamenti. Palermo, venerdi' 21 maggio, ore 16. "Nient'altro che la
Verita'": all'Aula Magna di Lettere presentazione del libro-intervista
al boss Salvatore Cancemi "Riina mi fece i nomi di...". Organizza
AntimafiaDuemila. Intervengono i magistrati Lo Forte, Natoli, Di Matteo
e Tescaroli, il direttore di Antimafia Bongiovanni e Lumia della
Commissione antimafia.
Info: antimafiaduemila@antimafiaduemila.com
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Pasqui wrote:
< Parrelli e' un canile privato di Roma ma non e' un canile qualsiasi,
e' un lager per cani e gatti. Spesso prelevati anche da altre citta' e
regioni: animali che non ne usciranno piu' se non dentro un sacco nero.
Al Parrelli non viene rispettata alcuna prassi di trasparenza e
controllo sugli animali raccolti. Non sono censiti, registrati, neppure
muniti di alcun segno di riconoscimento, non si sa quanti e quali
animali entrino, escano, muoiano quotidianamente. Ci sono molti casi di
animali condotti in quel rifugio e la' scomparsi, senza che la
responsabile, formalmente interpellata, ne desse conto. Viene accolto
qualsiasi animale senza verificarne la provenienza, compresi cani e
gatti abbandonati dai proprietari e gatti liberi, deportati
indebitamente dalle loro colonie abituali, in violazione degli articoli
11 e 15 della Legge Regionale 34/1997. Gli animali piu' deboli, vecchi
o malati sono lasciati alla loro sorte >
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Il segretario dell'Udc siciliana, on.Raffaele Lombardo, said:
< L'ultima sentenza Andreotti dovrebbe farci ricordare l'accanimento
distruttivo e le speculazioni di dieci anni addietro, allorche' la
Sicilia si vide azzerati l'imprenditoria edile, il sistema bancario e
la rete della distribuzione commerciale. L'Udc ripone fiducia
incondizionata in Cuffaro e nel suo infaticabile impegno profuso nel
contesto di una vita e di una famiglia ispirate da valori impermeabili
all'intreccio mafioso >
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blasios wrote:
< Siamo sicuri che la Sicilia sia "cattolica"? Nella realta' temo che
la ricchezza sia concentrata nelle mani di mafiosi, politici corrotti,
affaristi conniventi. Cattolici? A parole. Ma certo dediti alla difesa
della Famiglia (maiuscola). Alla faccia di quanti col sudore della
fronte potrebbero vantarsi di difendere una ricchezza di valori (questa
si' cattolica nel senso etimologico del termine) che pero' da' solo un
pane stentato >
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mimmo lombezzi wrote:
< Durante la prima Guerra del Golfo - quando potevo ancora raccontare i
conflitti del medio oriente - filmai a Damasco una dimostrazione
dell'opposizione Irachena che espose alcune foto di oppositori di
Saddam fuggiti in Pakistan e li' raggiunti dai servizi segreti iracheni
con la collaborazione di quelli pakistani. Ricordo che sulle prime non
riuscii a capire bene che cosa stavamo filmando. Impiegai alcuni
istanti a "mettere a fuoco": erano due torsi nudi senza testa coperti
di strane macchie. Gli uomini di Saddam avevano "interrogato" i due
fuggiaschi usando pialle da falegname. Praticamente li avevano
scuoiati, poi ottenute (presumo) le informazioni che volevano, avevano
portato le teste al rai's.... Questa storia ovviamente non attenua la
gravita' di quello che e' avvenuto nel carcere di Abu Ghraib ma forse
restituisce il senso delle proporzioni >
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federico alcaro wrote:
< "Sono stati due i genocidi, almeno due. Uno fu l'Olocausto,
scientifico e concentrato in pochi anni. L'altro, quello del Nuovo
Mondo...". Riccardo, ricordiamoci del terzo olocauso, quello
stalinista, troppo spesso dimenticato (e non superato?) da noi di
sinistra. Un'abbraccio alla sicilia degli impastato, dei rizzotto, dei
fava, dei la torre >
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Marco Giannini wrote:
< "Non si parla di A starway to the Eden senza sapere il come e il
perche'. Ma che cazzo gli insegnano a scuola!". Per la cronaca il
titolo esatto (non cristiano, ma da quei capelloni te lo puoi
aspettare) e' "Starway to heaven" (minuscolo)>
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Fabrizio Rossi wrote:
< San Carlo Borromeo, nel Trattato dell' Educazione Cristiana e
Politica dei Giovani, dice: "Aborrisco che si debba far imparare a
leggere e scrivere ai figli di umile e povero stato; i giovani piu'
nobili si', ma escluderei assolutamente le figliuole; non so scorgere
quale utilita' ne possa risultare al bene pubblico, ne' alle medesime
fanciulle che correrebbero il pericolo di parlare con uomini letterati
onde poi insorgono occasioni tali di prendere affezione piu' che non si
convenga. Percio' il buon padre di famiglia si contenti che la sua
figliola attenda a filare e cucire e ad occuparsi negli altri esercizi
donneschi".
E adesso il ministro Moratti vuol riportare l'insegnamento del cucito
nelle scuole italiane >
Bookmark: http://www.cronologia.it/storia/anno618.htm
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massy wrote:
< e' brutto vedere foto di soldati sbeffeggiare, umiliare iracheni
chiusi in prigione. gia' in prigione.... ma allora non sono dei civili
inermi? no? eh no... sono kamikaze mancati, vigliacchi al quadrato.
sono esseri indefinibili che decapitano un civile americano con un
coltello in video e poi ne sbeffeggiano i resti... quelle sono "cose"
(non persone, ma cose)... >
* * *
Caro Massi, gli assassini irakeni sono assassini. Gli assassini
americani sono assassini. Fare classifiche e distinzioni equivale a
difendere gli uni o gli altri, e quindi a farsi complici, in ogni caso,
di assassini. Quanto allo "sbeffeggiare", "umiliare", ecc.: in quelle
carceri sono state uccise (non solo "sbeffeggiate") diverse persone; la
maggior parte di loro col terrorismo non c'entrava niente. Ma anche se
fossero stati tutti terroristi, e fossero stati "soltanto" torturati,
tu ed io non siamo, grazie a Dio, ne' americani ne' irakeni: siamo
italiani, europei e persone civili; la tortura, da noi, fa solo rabbia
e schifo e non la paragoniamo a niente altro. Speriamo che la nostra
civilta' sopravviva a quest'ondata di bestialita' animalesca, e
speriamo che i giovani come te abbiano il coraggio di difenderla sempre
davanti a tutti, senza giustificare mai nemmeno per un attimo ne' l'uno
ne' l'altro assassino col pretesto della "guerra santa" o della "difesa
della democrazia".
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Mario Benedetti (Montevideo, 1920), ebe.buttinelli@tin.it, wrote:
Ode alla pacificazione
< Non so dove arriveranno i pacificatori con il loro chiasso metallico
di pace
ma ci sono gia' certi assicuratori che offrono polizze contro la
pacificazione
e c'e' chi chiede la pena di morte per coloro che non vorranno essere
pacificati
quando i pacificatori sparano certamente mirano a pacificare
e a volte riescono a pacificare due uccelli con un colpo
e' chiaro che c'e' sempre qualche sciocco che si rifiuta di essere
pacificato alla schiena
in realta' siamo una nazione cosi' particolare
che chi pacifichera' i pacificatori buon pacificatore sara' >
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