archivio Orioles
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riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it>
La Catena di San Libero
8 giugno 2004 n. 234
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"Vota on.Meno Peggio per un'Italia migliore!". Beh, insomma chi e' piu'
maturo, Fassino, o quella ragazzina del corteo? Non sto dicendo piu' a
sinistra, piu' politico: proprio piu' maturo. E non ce l'ho con
Fassino: dico Fassino per dire un medio politico come tanti, ne' troppo
illuminato ne' troppo cialtrone; un brav'uomo. Fassino, Frattini,
Rutelli... o uno come Lerner, o uno come Ferrara. Gente esperta dunque,
gente tutto sommato non stronza, professionale; non necessariamente
politici; la classe dirigente insomma.
Bene. Prendete uno di questi qua. E prendete un medio ragazzo di un
corteo. Chi ne ha azzeccate di piu', negli ultimi dodici mesi?
L'ideologo dell'Ulivo, in questo momento, e' il buon vecchio Giuliano
Amato. Craxi, dopo-Craxi, centrosinistra, D'Alema... A me tutto sommato
e' simpatico, perche' qualche anno fa, en passant e senza accorgersene,
disse qualcosa di molto bello sui padri di famiglia che non si
vergognano di far sesso a colpi di soldi con le ragazze di vita.
Comunque, e' un politico importante (anche se non l'ha mai votato
nessuno); uno che ai dibattiti sorride con aria saputa e fa la sua
figura. Bene, questo e' uno che fino all'altro giorno voleva
assolutamente restare in Iraq con cannoni e cavalli, per difendere sia
l'Iraq che l'Occidente. Poi arriva Zapatero, e liberi tutti. E gli
altri? Grandi politici che non riuscivano a decidere se Iraq si', Iraq
no o Iraq mezzo-mezzo. Poi e' arrivato Prodi, e tranquillamente gli ha
detto: "Dopo le torture, basta". E loro si sono accodati, buoni buoni.
Il ragazzino del corteo lo diceva gia' da un anno.
E' stata penosissima, la figura dei "grandi" in questi giorni a Roma.
E' dal 1977 che non esistono scontri violenti di piazza, provocati dai
manifestanti, in Italia. A Genova ci sono voluti i blackbloc protetti,
e una precisa decisione del governo, per arrivare alle botte. Era
evidentissimo a tutti che, non importando blackbloc in citta', e usando
la polizia come va usata, i cortei romani sarebbero stati pacifici e
allegri - e perche' non avrebbero dovuto esserlo? Eppure, a quanto
pare, tutti se ne sono stupiti.
* * *
Il Paese e' molto piu' maturo, ormai, della sua classe dirigente.
Amato, Frattini, Rutelli e gli altri sono piu' o meno l'equivalente del
vecchio conte Solano della Margherita che, con tanto di basettoni
bianchi e di cappello a cilindro, veniva cerimoniosamente ricevuto -
come capo dei liberal-moderati - dal granduca di Toscana o dal re di
Sardegna. Intanto fuori c'era Garibaldi. Il qualunquismo ingenuo dei
politici, compresi e soprattutto i piu' "scaltri" - Fini, D'Alema,
Amato - ormai fa tenerezza. Manovre callidissime per risolvere problemi
che esistono oramai solo piu' nella loro testa. Ignoranza assoluta di
qualunque cosa abbia a che fare con i problemi e le teste della gente
di fuori palazzo, quella vera. Noi, per loro, siamo quattordicenni,
esattamente come il pubblico per i pubblicitari. "Con dentifricio
Dentibelli sei piu' bello e scopi di piu'!". "Forza Italia!". "Via le
tasse!". "Uniti per l'Europa!". L'anti-politica allo stato puro. E
intanto i ragazzi ragionano, fanno esperienze, vanno avanti. All'ultimo
corteo, per esempio, gli aspiranti black-bloc (veri o pagati: io in
queste cose sono maligno) sono stati semplicente soffiati via. Come uno
dei problemi piu' futili, da non dedicarci piu' di tre minuti. "Dieci
cento mille Nassirya!". E giu' tutti a dibattere. Ma per i ragazzi dei
cortei e' futile dibattere di cose come queste, esattamente come lo
sarebbe discutere se qualcuno, in coda al corteo, fra uno slogan e
l'altro facesse pipi' per terra. Bambini inutili e basta, oppure
spensierati fighetti: in ogni caso, gente che non c'entra. Di Nassirya,
noi parliamo con i massimi esperti italiani, dal segretario del
sindacato carabinieri a uno come Strada, che da quelle parti ci ha
passato una vita. Non certo con i bambini e i fighetti, e memmeno con
chi gli da' conto. Abbiamo tante cose serie da risolvere, tante cose da
fare! E dobbiamo risolvercele da soli, perche' sui politici-mummie -
come abbiamo visto - non si puo' piu' contare.
Quanti capilista in queste elezioni: Berlusconi, Fini, Bertinotti,
Bonino, Dipietrocchetto, Pecoraro Scano. Per non parlare di Prodi.
Ormai, pubblicitariamente, sono convinti che devono soprattutto
ripetere il nome del prodotto. Tanto il pubblico e' scemo. Che il
pubblico, cioe' noi, abbia un cervello non li sfiora nemmeno un
sospetto.
* * *
Finche' c'e' Berlusconi, per quanto buffo e divertente sia (ma ci sta
costando davvero un po' troppo) bisogna votare, non c'e' dubbio.
Berlusconi e non-berlusconi vuol dire democrazia e non-democrazia.
Neutrali non si puo'. Ma poi vorremmo sapere.
Le privatizzazioni sono state un bene o un male per l'Italia. Cinque
anni, sono passati. Doveva svilupparsi un sacco di ricchezza, di posti
di lavoro, di nuova economia. Che fa, e' di Berlusconi la colpa?
Oppure, fra cinque anni, l'albero privatizzato comincera' a fiorire
zecchini?
A Roma ci sono piu' automobili che persone. Che facciamo? Facciamo
qualche altra domenica ecologica? O cominciamo a incentivare le energie
alternative?
Insieme a questa mail, riceverete - in media - cinque o sei spam da
virus: con Windows, ne fanno quanti ne vogliono e non c'e' niente da
fare. Bene cosi' o cominciamo a fare gli spot Linux del governo? Ci
basta l'Iraq (e il Kossovo)? Sicuri che non vogliamo conquistare anche
la Grecia, Tripoli e l'Albania? Ce lo mette per iscritto, sig. D'Alema?
L'articolo diciotto, che fine fa? Via Cofferati, non se n'e' parlato
piu'. La mia nipotina fara' la cococo' tutta la vita, oppure magari a
cinquant'anni le farete un contratto all'antica?
I soldi dello stato non bastano perche' ci sono troppi pensionati o
troppi Tanzi?
Chi li sceglie i ministri? Agli esteri, mettiamo un grande politico
lungimirante come Amato, oppure un coglionazzo qualunque che non s'e'
mai mosso da casa sua come Gino Strada? E agli interni chi ci mettete?
Uno come Di Pietro o Enzo "Tonfa" Bianco? Chi lo decide? Magari ci fate
una telefonata, prima?
* * *
Ecco. Vorremmo una sinistra democratica. Che non c'e'. Mica per
faccende "storiche" (il communismo, il fascismo e tutto il resto) ma
proprio perche' non son democratici, come categorie, i notabili
italiani. Sono brava gente. Spesso sono simpatici. Ma democratici no.
"Il compagno Lucio? - mi rispondevano una volta -. Qui al giornale non
c'e'. Vedi se lo trovi al Plaza". Non si puo' essere democratici e vip
insieme. Figuriamoci di sinistra.
* * *
Percio': "Turiamoci il naso e votiamo dicci'". Dicci': vale a dire
Prodi, Follini, D'Alema, Mastella, forse anche Bertinotti, e tutto il
resto... Basta che non votiamo Berlusconi. Costa troppo e io sono stufo
di pagare. Pero' poi ragioniamoci, a bocce ferme, perche' in realta'
dobbiamo ancora cominciare veramente a votare.
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Cosi', neanche Nino Manfredi aveva piu' niente da fare in Italia - in
questa Italia - e s'e' levato di mezzo. Lui era proprio l'ultimo, piu'
o meno come la Morante era stata l'ultima degli scrittori, e con lui se
ne va una stagione altissima della cultura italiana: la piu' densa e
profonda (col suo neorealismo scritto e filmato) dal Rinascimento. Noi
non abbiamo mai avuto (lo notavano gia' nell'ottocento) un gran teatro;
il primo e' arrivato a novecento inoltrato, ed era piu' letteratura che
teatro - Pirandello. Le altre nazioni (Lope de Vega, Shakespeare,
Moliere) invece hanno avuto il loro imprinting proprio col teatro: la
gente che schiamazza e si fa attenta, che ride, piange, vive la propria
vita e la confonde con le vite, coi sentimenti, coi personaggi, con le
passioni che il carro dei teatranti le ha portato davanti, un un luogo
qualunque, la piazza dell'auto sacramental o il teatro Globe. Autori e
attori, gente qualunque, fricchettona, esposta a tutti i colpi della
vita, qualche volta "antipatici", mai vip. Da noi, umanisti boriosi,
seduti sugli scranni al lume dei candelieri di corte. Cosi', dal Bembo
a Francesco Merlo via Monti, Carducci, Malaparte e compagnia
cortigiana, l'intellettuale italiano e' sempre stato segnato: eleganza
e bel garbo, ma via dalla strada.
L'eccezione, e' la commedia dell'Arte e poi - sotterranea continuita' -
l'opera e il melodramma; e infine il cinemino di periferia, quello in
cui i ragazzi "ignoranti" della borgata celebrano senza saperlo se
stessi. Arlechin, Brighea da Berghem, Pulcinella sono dei paesani
qualunque - degli "zanni" - che scendono nella citta' dei signori. A
fare i servitori, i vivi-alla-giornata, i Cococo'. Come i loro
spettatori. Otello, Cavaradossi, il Barbiere non vivono grazie ai
palchi, ma grazie al loggione; ma vivono soprattutto fuori teatro,
nella strada. Il cocchiere che canta, il barcaiuolo, il contadinello,
la mondina: per tutto il settecento e l'ottocento il popolo italiano -
per testimonianza unanime, e un po' razzista, di milordi turistici e
altri viaggiatori - e' soprattutto un popolo che canta.
Quante Rosine povere, nei loro abiti d'operaie e di domestiche, sono
state corteggiate sotto casa da un giovane improvvisato tenore! E chi
sara' stato l'interprete principe di Fenesta ca lucive, se non qualche
sconosciuto guappariello o pescatore, in chissa' quale vicolo di
chissa' quale sera...
Questa e' la letteratura italiana, quella del popolo, quella vera. A
fine anni Quaranta, per una serie di contigenze storiche -
principalmente il communismo, la liberta', il dopo-guerra - essa
acquista una consapevolezza di se', alza la testa. Tutta una
generazione di scrittori "alti" vi si arruola. "Alti" di formazione e
cultura; ma popolari. Pasolini o Zavattini in bicicletta, come Gassmann
nei Soliti ignoti; poveri, ma belli e ricchissimi. La cultura,
l'Italia, la cultura *italiana*.
Gli attori, in quel periodo fausto, erano regionali. L'Italia, infatti,
allora era davvero una federazione. Non il federalismo grassoccio e
avaro e un po' vile di ora; ma un "federalismo" spontaneo, solare, di
genti e tribu' diverse che s'incontrino allegramente su una piazza o
una via. Cosi', Gassmann era il Milanese, Edoardo e la Loren i
Napolitani, Sordi e Fabrizi e la Magnani i Romani; com'era meridionale
Polichinelle o padano Arlecchino, senza diffidenze e mutrie,
fraternamente. E tutti insieme erano les Italiens, the Italian
mandolini, i macaroni', i paisa', gli Italiani. Fra questi, Manfredi
era il romano "burino"; vale a dire il romano vero, scetticamente
ingenuo, non cittadino. L'anima di Roma, infatti, e' qualcosa che
continuamente si rinnova dalla campagna, da alcune migliaia d'anni a
questa parte. E' stato, coerentemente, il miglior Pasquino. E' stato er
Communista de Rroma, e' stato er Pecoraro. Maschere - in romano
"personae" - immortali. E' stato a pieno titolo nella massima antologia
del neorealismo, che e' L'audace colpo dei soliti ignoti, del '59.
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Chips. A Barcelona c'e' un club di lusso, il Baja Beach, in cui hanno
abolito il denaro. Lo usi una volta sola - e ce ne vuole parecchio -
quando t'iscrivi. Un medico, con un attrezzo apposito, t'installa un
chip piccolissimo (come un chicco di riso) sottopelle. E c'e' tutto la'
dentro: chi sei, come fai, cosa vuoi - soprattutto il tuo conto in
banca. Da quel momento, hai svoltato: entri, passi allo scanner e sei
un signore. Non paghi niente, non devi chiedere niente, non devi
aspettare. Ci pensa a tutto il chip.
Il chip e' una parte di te - anzi, tu sei lui. Lo produce un'azienda
che si chiama "Soluzioni Applicate". Secondo me avra' successo; anzi,
alla fine, saremo tutti chippati. Con chip di serie A, serie B e serie
C; quelli di serie A e serie B avranno un sacco di diritti, e persino
il voto; quelli di serie C s'attaccheno. Come succede adesso: ma tutto
informatizzato, magari con la lucina - verde se sei Vip, gialla per i
Consumatori, altrimenti rossa - che sbarlucica sottopelle a indicare di
che rango sei.
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La viulenza. L'esaltazione della violenza "proletaria" nel 68 si e'
mutata nell'esaltazione, da parte degli ex, della violenza padronale.
Eppure gli operai non erano violenti (a volte si difendevano: ma non ne
facevano una strategia). Avevano i consigli di fabbrica, l'istituzione
piu' democratica mai esistita in Italia (votavano ed erano eletti
tutti, facessero o non facessero parte di sindacati e partiti), e i
"consigli di zona", un rudimentale coordinamento (sempre a elezione
libera) di tutti gli operai di una citta'. Per noi "rivoluzionari" i
consigli di fabbrica erano un imbroglio "riformista", per i partiti
ufficiali un pericoloso esempio di indipendenza dagli apparati. Alla
fine, furono aboliti con sollievo di tutti. Del 68 operaio, e per buoni
motivi, nessuno parla piu'. Eppure ci sono stati cinque anni anni
durante i quali gli operai erano riusciti a contare molto, senza
bruciare niente ne' sprangare nessuno, semplicemente con gli strumenti
non-violenti dello sciopero, dell'occupazione di fabbrica e del corteo.
Nessun operaio sessantottino, e ne conosco parecchi, e' finito con
Berlusconi.
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Quarantaquattro. L'Europa fu liberata dall'America e dai partigiani ma,
statisticamente, molto di piu' dai russi di Stalin. Che da un lato
apri' i cancelli di Auschwitz, ma dall'altro si tenne ben stretti i
lager suoi. Aggiungerei ancora che Hiroshima non e' una citta' della
Svizzera ma di quell'impero nipponico che in nome di una "Grande Sfera
di Prosperita'" uccise, violento' e fece a pezzi centinaia di migliaia
di innocenti in Cina: qualcuno degli stupratori di Nanchino,
statisticamente, doveva essere di Nagasaki o di Hiroshima; cosi' come
da Dresda, bruciata dagli Alleati con la gente dentro, erano partiti
non pochi di quei "volenterosi esecutori" di russi e ebrei.
A Gaza, in questo momento, gli israeliani sono la Wehrmacht dei
palestinesi, che dal canto loro applaudono ai ragazzini ebrei ammazzati
mentre vanno a scuola. Io mi rifiuto di stare a questo gioco. Io sto
con gli ebrei, con i palestinesi, coi russi e coi tedeschi e col
diavolo che li porti nel momento in cui sono vittime, e contro ciascuno
di loro nel momento in cui sono aggressori.
Dopo, ma solo dopo, faccio politica e cerco di farla bene. Non voglio
ammazzare un innocente per salvarne (o peggio vendicarne) un altro.
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Archeo. "La manifestazione, indetta da Cossiga, Ferrara e dal partito
radicale...". Toh. Ma guarda oggigiorno come stanno bene insieme".
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Horror. Si parla di Pippo Baudo a Domenica In. Forse si, forse no; lui
sta nicchiando. Bonolis, Mara Venier, Del Noce: e non bastando questi,
aprono la cripta di Tutankamon, l'Arca dei Predatori, Gozilla.
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Cuntrastamu. Mercoledi' 9 alle 21 incontro nella chat di Cuntrastamu
con Tano Grasso. Si parla del ruolo dei cittadini nel contrasto alle
mafie e della situazione attuale. Cuntrastamu, fra l'altro, sta
diventando anche un'associazione (la solfa e' sempre quella: la mafia,
l'antimafia e noi cittadini).
Bookmark: http://www.cuntrastamu.org
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Generazione. Come verremo ricordati, quelli della nostra generazione?
Non e' una domanda tanto per aria: se fossimo stati invitati a casa del
signor Muller a Berlino avremmo avuto il piacere di conoscere una
persona educata e perbene, buon padre di famiglia, ottimo lavoratore,
con la sua brava Volkswagen sottocasa, i suoi marmocchi simpatici e la
sua famigliola complessivamente felice. Faremmo un giro in centro
(traffico ben regolato, molto verde, nessun mendicante) e in genere
incontreremmo facce tranquille e soddisfatte di se'. Puo' darsi che
parleremmo di politica: ma fra gente educata, su questo punto, non ci
si accalora mai troppo. E poi, la politica, lasciamola a chi la fa di
mestiere: noi abbiamo fin troppe cose a cui pensare. Il mutuo, il
dentista, il meccanico, l'ultima pagella del bambino... Cosi',
sorridendo svagatamente, si farebbe ora di pranzo: in un locale
caratteristico, accogliente e pulito come tutto il resto.
Piu' tardi, quando sei ritornato nel tempo tuo, ti accorgi che hai
fatto visita alla famiglia degli orchi, nella citta' degli orchi, nel
paese degli orchi. I Muller infatti sono una qualunque famiglia
berlinese del 1936 e in quanto tale hanno dirette e personali
responsabilita' - come oggi sappiamo - nello sterminio di milioni e
milioni di esseri umani. Personali? Beh, il figlio dei Muller e'
militare, ma presta servizio nella Wehrmacht, mica nelle Ss. Hans e
Annaliste sono regolarmente iscritti, e' vero, alla Hitlerjugend e alla
Lega delle Ragazze: ma che fanno di male? Campeggio, raccolta di abiti
vecchi e qualche chiacchiera ogni tanto. E tutto e' cosi' normale: lo
sguardo dei bambini, la risata di Muller, le strade. Non ci sono
mendicanti, non c'e' gente strana.
Noi tuttavia sappiamo - venendo da un'altra epoca ed essendo dunque
osservatori disinteressati - che il mondo del '36 sarebbe stato
impossibile senza il consenso dei Muller. E dunque non ci sentiamo
autorizzati a stringere le mani che ci vengono porte (borghesemente:
perche' i Muller, l'abbiamo detto, non sono dei fanatici del Partito)
per l'addio. Le mani restano la', protese senza risposta a cercare una
comprensione, e i visi sfumano mentre noi torniamo nel nostro tempo.
* * *
Nel *nostro* mondo, muoiono trentamila bambini al giorno per cause
prevedibili e facilmente evitabili. Seicento milioni di bambini
sopravvivono con meno di duemila lire al giorno. Ma questi sono numeri
che non vogliono dire niente. Il fatto reale e' che, se esci di casa e
invece di svoltare da una parte svolti dall'altra, ogni due o tre
bambini che incontri uno non ha mangiato. Ogni tanto - diciamo ogni tre
o quattro minuti - uno di questi bambini che stai guardando
attentamente per capirci qualcosa scivola improvvisamente per terra e
non si muove piu', perche' e' morto. E siamo in un sogno didascalico,
ancora, dunque del tutto asettico e pulito. Il bambino per terra, nella
realta', evacuerebbe liquidi disgustosi prima e durante il morire. Da
una parte, e tuttavia impossibilitata a intervenire, ci sarebbe un
altro essere umano per il quale il bambino morente era il centro del
mondo, e che in questi istanti sta vivendo l'orrore puro. Ci sarebbero
puzza e grida, e rumori casuali. E tutto questo sta avvenendo davvero,
in questo preciso istante, e riusciamo a tollerarlo soltanto facendo
finta che non sia cosi'. Ma inganniamo noi stessi. Il mondo vero e'
quello. Questo - quello di questo monitor - e' meno vero di esso.
Mi fermo qui, perche' questo e' un ragionamento impossibile da portare
avanti oltre un certo grado. Ho bisogno - come te, e come tutti - di un
certo livello di rimozione, perche' altrimenti mi sarebbe
difficilissimo vivere normalmente senza diventare asociale.
Ma quelli che verranno dopo di noi - compagni posteri, diceva
Majakowskij - non avranno di questi problemi. Loro vorranno
semplicemente studiare scientificamente il nostro mondo, freddamente:
perche' ormai tanto tempo sara' passato.
Studieranno di noi come noi studiamo gli assiro-babilonesi, valutando
tanto gli inni cosmici ad Enkhidu quanto i prigionieri impalati. E,
forse, decideranno che siamo stati piu' o meno la stessa roba che i
tedeschi del trentasei. Parleranno di Olocausto, come noi ne parliamo.
Si meraviglieranno grandemente, con aria di sufficienza, per la nostra
acquiescenza. "Come hanno fatto a non ribellarsi?" diranno, senza voler
sapere di noi altro che questo.
* * *
Siamo diventati cosi' importanti - da acquirenti di Fiat Seicento a
rate a cittadini-consumatori di uno dei paesi piu' ricchi del mondo -
che ormai sara' impossibile, per quelli che scriveranno la Storia, non
occuparsi anche di noi. Facciamo in modo che non pensino a noi come noi
pensiamo al signor Muller. Teniamo gli occhi aperti.
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Il coraggio. Io non sono abbastanza coraggioso da essere pacifista.
Strada e Zanotelli si'. Spero di arrivarci anch'io, prima o poi.
Nel frattempo debbo cercare di non dar loro dei vigliacchi, io stando
seduto qui e loro rischiando la pelle la'.
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Survivors. Se fossimo solo in cento, nel villaggio globale (in cento,
ma nelle proporzioni attuali del mondo), saprebbero leggere e scrivere
solo trenta di noi: gli altri settanta sarebbero analfabeti. In tutto
il villaggio, solo venti abitanti dormirebbero in case: tutti gli
altri, in baracche, in capanne - o per terra. Fra queste venti case,
potrebbe anche esserci una chiesa: i cristiani, comunque, sarebbero non
piu' di trenta. Meta' di noi, stasera, avrebbe qualcosa da digerire;
gli altri andrebbero a letto a pancia vuota. Saremmo in trentacinque
fra europei e americani: di questi trentacinque, comunque, una parte
sarebbero sudamericani, terroni, portoricani, negri di Harlem e cosi'
via, per cui le persone perbene in realta' si ritroverebbero in non
piu' d'una ventina e avrebbero il loro da fare per controllare tutti
gli altri (fra cui cinquantasette asiatici e otto africani). Il fatto
e' che i quattrini del villaggio sono quasi tutti in mano a solo sei
persone (tutt'e sei cittadini americani); e questo potrebbe
effettivamente creare qualche problema di ordine pubblico.
E il sesso? Nel villaggio ci sono quarantotto ragazzi e cinquantadue
signore. Undici di loro, tuttavia, sono attratti prevalentemente o
esclusivamente da individui del loro stesso sesso. E anche questo,
probabilmente, potrebbe creare qualche piccolo problema se le autorita'
del villaggio, specialmente quelle religiose, prendessero l'abitudine
di andare ogni notte a controllare i letti degli altri.
Una casa - o capanna, o baracca - del villaggio, una su cento in
media, sarebbe una casa triste, perche' ci sarebbe dentro qualcuno in
procinto di morire di morte naturale, a quarant'anni (se africano) o a
ottantacinque (se nordeuropeo). In un'altra casa, invece, si sta
aspettando un bambino. La maggior parte dei bambini del villaggio
riesce a nascere regolarmente e a superare il primo anno di eta'. Solo
alcuni di loro (non piu' del dieci per cento) sono destinati ad essere
fatti schiavi o prostituiti: la percentuale non e' stata ancora
esattamente determinata dalle autorita' preposte ad essa.
Nel villaggio ci sarebbe un computer, statisticamente, uno solo. Dubito
che verrebbe usato per parlare degli abitanti, come stiamo
deplorevolmente facendo ora. Piu' probabilmente, verrebbe impiegato per
cercare di vendere qualche modello culturale o qualche oggetto ai
venti-venticinque signori in grado, dentro il nostro villaggio, di
comprare qualcosa.
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Persone. Un anno fa, Dino Frisullo. "A che serve vivere, se non c'e' il
coraggio di lottare?".
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Antonello Cracolici, segretario dei Ds, siciliani, wrote tutto giulivo:
< Nel corso di una manifestazione di Uniti nell'Ulivo, tenutasi a
Bronte lo scorso 29 maggio, e' stata consegnata la tessera dei
Democratici di Sinistra al sindaco on. Salvatore Lenza che da tempo
aveva manifestato la volonta' di sposare il progetto riformista dei Ds.
Esprimo apprezzamento per la scelta dell'on. Lenza che si iscrive nel
quadro di impegno dei Ds che mira a coinvolgere sempre pienamente gli
uomini di cultura, l'imprenditoria sana, i lavoratori e i giovani >
* * *
Questa chicca puo' essere apprezzata, temo, solo da chi e' siciliano o
perlomeno ha seguito le traversie dei politici siciliani al tempo delle
persecuzioni (la variante locale di Mani Pulite: persecutori essendo i
magistrati, e vittime i poveri politici incriminati). Leanza, comunque,
giovane non e' piu'; lavoratore, e' opinabile; imprenditore forse, ma
d'imprese un po' particolari. Uomo di cultura, dunque, l'equivalente
moderno - nella cultura della "sinistra" siciliana - degli ormai
obsoleti Quasimodo e Vittorini.
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Sebastiano Gulisano (ancora a proposito del povero Cocilovo) wrote:
< Ci siamo limitati a riportare quanto scritto dai giudici di Palermo
in primo grado e ribadito in appello (sentenza depositata lo scorso 15
aprile), cioe' che Luigi Cocilovo e' stato "collettore di una tangente"
di 350 milioni di lire versatagli dall'imprenditore messinese Domenico
Mollica, nel 1995. Un dubbio, in realta', ce l'avevamo ma ce l'ha tolto
lei, dottoressa Milena Mosci, dicendoci che la sentenza e' definitiva.
Perche', in effetti, per ricorrere contro la sentenza d'appello ci
sarebbe tempo fino a meta' luglio. Ma se lei ci assicura che "e'
definitiva", la prendiamo in parola: e' una notizia. Resta il fatto che
Cocilovo e' stato assolto, ma non con "formula piena", come lei scrive,
bensi' a norma del comma 2 dell'articolo 530 del codice di procedura
penale (lo stesso dell'assoluzione a Palermo ad Andreotti), che cosi'
recita: "Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando
manca, e' insufficiente o e' contraddittoria la prova che il fatto
sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato
o che il reato e' stato commesso da persona imputabile". Ora, che i
giudici (di primo grado e d'appello) fossero convinti che Mollica la
tangente l'abbia versata - come lui stesso ha dichiarato in
istruttoria, provocando il processo - non ci sono dubbi: lo hanno
condannato in primo grado e in appello. Mollica non ha ripetuto le sue
accuse in aula, e, grazie all'articolo 111 della Costituzione, quello
sul cosiddetto giusto processo, votato nella scorsa legislatura, le
accuse devono essere ripetute in dibattimento, altrimenti non valgono.
E cosi' e' stato, sia per Cocilovo che per l'altro imputato, il
professor Musco. Insomma: i giudici (in primo grado e in appello) hanno
ritenuto attendibili le accuse di Mollica, ma siccome la Costituzione
impone che la prova si formi in aula, hanno mandato assolti Cocilovo e
Musco. E condannato (senza attenuanti) Mollica a tre anni di carcere.
Che le piaccia o no, e' cosi' >
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antonio musco - webmaster@erroneo.org wrote:
< ciao riccardo, ho pubblicato il mio primo cd, interamente scaricabile
dal web: si tratta di musica elettronica, spero vi possa interessare.
Al limite "fa' girare". ciao >
Bookmark: http://erroneo.org/Articolo1145.html
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Simonetta Cormaci wrote:
< Siamo al 74mo posto nella classifica mondiale della liberta' di
stampa. Nella graduatoria 2004 compilata da Freedom House, l'Italia
viene dopo paesi come Giamaica (31ma), Costa Rica (37ma), Slovenia
(41ma), Cile (51°), Papua Nuova Guinea (58°), Uruguay (61°), Mali
(63°), Israele (66°). La graduatoria e' stata pubblicata insieme al
Rapporto 2004 sulla liberta' di stampa nel mondo, in cui l'Italia viene
classificata come paese "parzialmente libero" (nel 2003 era "libero"):
l'unico in Europa, a parte la Turchia. Freedom House venne fondata
negli anni Quaranta da Eleanor Roosevelt e il suo consiglio di
amministrazione (comprendente conservatori doc come Zbigniew e
Brzezinski) e' presiduto dall'ex direttore della Cia James Wooley >
Bookmark: http://utenti.lycos.it/nontuttisanno/.
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Raphael Jakob wrote:
< Nella sua rubrica lei ha segnalato la sparizione dai siti Rai
dell'ultima intervista a Borsellino. Essa si puo' trovare in versione
completa nell'ottimo sito didattico di Roberto Tartaglione >
Bookmark: http://web.tiscali.it/scudit/mdfalconeinter.htm
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sasa <s.gensabella@tin.it> wrote:
< Vorra' pur dire qualcosa il fatto che nel 1944 le truppe americane
furono accolte all'unanimita' con i fiori in mano e la gioia stampata
sul viso mentre oggi il presidente degli Stati Uniti deve muoversi come
un ladro attraverso itinerari segreti e con decine di migliaia di
persone che gli danno il "malvenuto"? Qualcuno si chiedera' il
perche'? >
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Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche neri,
marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi).
* * *
< Mio nonno una volta mi disse
che imprigionare un'allodola e'
un delitto fra i piu' crudeli,
perche' e' uno dei simboli piu'
alti di liberta' e di felicita'.
Parlava spesso dello spirito
dell'allodola, quando
raccontava la storia di un
uomo che ne aveva rinchiusa
una in una piccola gabbia >
[bobby sands]
* * *
< Cara signora,
lei di me non ricordera' nemmeno
il nome. Ne ha bocciati tanti. Io
invece ho ripensato a lei, ai suoi
colleghi, a quell'istituzione che
chiamate scuola, ai ragazzi che
"respingete". Ci respingete nei
campi e nelle fabbriche e ci
dimenticate >
[scuola di barbiana, lettera a una professoressa]
* * *
< Lasciamo perdere se hai la
cravatta o l'oreccchino (io,
ripeto, preferisco l'orecchino
ma e' questione di gusti).
Lasciamo perdere anche se vai
in discoteca o all'assemblea, e
come la pensi o per chi voti (anche
qui, ho le mie preferenze: ma
e' sempre questione di gusti, ognuno
ha i suoi). Queste sono cose
secondarie. La cosa importante e' che
tu vuoi vivere la tua vita, e che ti
sei scocciato di quella che ti danno. >
[siciliani/giovani, il coraggio di lottare]
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