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Massimo Guadagni, ovvero: facciamo i conti con l'oste Incontro Massimo nella sua osteria-enoteca ad un passo da piazza S. Marco, a Venezia. |
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Adesso però sono curioso: uno al tuo livello, che di sicuro non poteva permettersi di svolgere un’altra attività, davvero non riusciva pagarsi l’affitto? “Fai tu stesso due conti. L’anno nel quale mi sono piazzato terzo ai mondiali di lungo a Sater, la mia stagione migliore anche come “incassi”, ho incamerato circa 25 milioni di vecchie lire, e nel conto metto i soldi spesi per andare a gareggiare in Nuova Zelanda e alle Hawaii... La realtà italiana è davvero piccola, e anche all’estero l’impressione è che non ci siano ponti d’oro per i triathleti, anche se la situazione è migliori in molti posti. Danilo Palmucci diceva sempre che mi sminuivo, che facevo poco “marketing”, ma tant’è!” Quindi i soldi non sono mai stati la tua molla... |
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Road to Cona | ||||||||||
Massimo Guadagni è una bandiera del triathlon italiano. Veneziano del Lido, ha appesi alla cintura portanumero due titoli italiani di lungo, un campionato assoluto a squadre, 4 vittorie nella stupenda e dura gara di Idro, piazzamenti nei primi dieci negli Ironman di Nuova Zelanda e Canada, onorevoli gare da pro a Kona e un terzo posto ai mondiali di lungo di Sater, in Svezia. E’ una delle persone più disponibili, gentili e sveglie che IronMauro abbia incontrato nelle zone cambio, a dimostrazione che macinare settimanalmente 20 km a nuoto, 500 in bici e 100 a piedi come faceva Massimo al suo top non è causa di rimbambimento come taluni credono. |
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“No. La sfida è sempre stata quella con me stesso. Agonismo, ok, bava alla bocca in gara sempre, ma da buon introverso il mio termine di paragone sono sempre stato io” Introverso?!?!? “Sì! Sono persona di compagnia, ma fino ad un certo punto, poi mi chiudo a riccio. Ho bisogno delle persone, però, di starci in mezzo. Se non avessi mezzo mondo che viene qui nel mio locale, impazzirei. Da ex zingaro dello sport, sempre a gareggiare per il mondo, puoi immaginare che è una continuità di contatto che mi è necessaria” Ma allora il triathlon ti manca... “Sì! Anche se so bene che non potrò tornare ai livelli di prima, fra il tendine e il minor tempo a disposizione, quando avrò finito la riabilitazione tornerò a gareggiare. Già ora riesco a fare qualcosa ogni giorno. Ogni tanto resto un po’ così, sai, dopo 50 km in bici adesso mi fa male il collo, ma la voglia c’è sempre - la motivazione nei confronti della sfida con me stesso è intatta. Mi manca quel senso di condivisione con gli altri atleti, l’arrivare sul posto prima della gara, gli amici che vedi tre volte l’anno ed è sempre grande festa... Penso proprio che tornerò a fare qualche ironman!” Bene Massimo, ti aspettiamo, allora. Le fila di chi se ne impipa di classifiche e punti sono destinate a veder crescere ancora il loro tasso di classe. |
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Questa è l’insegna dell’osteria che Massimo gestisce a Venezia, in Frezzeria, vicinissimo a S.Marco. Triathletes welcome! |